I disturbi dell’apprendimento, molto spesso vengono intercettati e di conseguenza diagnosticati in età scolare, durante le prime fasi di acquisizione degli apprendimenti.

Ma non sempre è così: è frequente infatti osservare molte diagnosi tardive, ovvero prime diagnosi che arrivano in età adolescenziale, sul finire della scuola media o durante le scuole superiori.

Provate ad immaginare quante difficoltà e fatiche questi ragazzi hanno affrontato, quanto possono essersi sentiti inadeguati a scuola e nello studio.

“Cosa mi stai dicendo, io non sono stupido, io capisco benissimo, non ho bisogno di aiuto”

Sono affermazioni che chi lavora in questo campo sente molto spesso, e che nascondono in primis un senso di incertezza, di paura e di forte difficoltà a comprendere ed accettare le proprie caratteristiche.

Non sono altro che una reazione di fronte a qualcosa che è sconosciuto e che fa paura. Frequenti sono quindi i comportamenti di rifiuto e opposizione.

Per questo è molto importante supportare i ragazzi anche dal punto di vista emotivo, lavorando sulla motivazione, sul pensiero positivo e sul rinforzo dell’autoefficacia.

Ricorderò sempre un ragazzo che dopo un lungo percorso insieme un giorno mi ha detto: “Martina ora sono più sereno e ho accettato la mia caratteristica, oggi in classe grazie all’aiuto di un prof. mi sono alzato e ho parlato a tutti i compagni del mio disturbo..è stato difficile ma ce l’ho fatta!”

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